Ceramizzazione della Pietra Lavica
Le origini della tecnica risalgono alla metà del XIX secolo, ad opera del pittore Filippo Severati che brevettò a Roma, una particolare tecnica decorativa a fuoco su supporto di porcellana e lava vulcanica. Vedendo che mostrava particolare resistenza all’ambiente esterno, egli la utilizzò per alcune opere nel Cimitero del Verano.
Più recentemente, negli anni settanta del XX secolo, la tecnica di decorazione ceramica su supporto lavico è stata ripresa e sviluppata nella provincia Catanese.
Il primo passo per l’ottenimento di un manufatto in pietra lavica ceramizzata , consiste nella scelta del supporto ovvero la pietra lavica. La sua fase di lavorazione inizia dall’estrazione del blocco lavico dalle cave; il taglio con lame e fili diamantati e la lavorazione delle lastre ricavate, che con specifiche lavorazioni diventano: piastrelle, tavoli, top da bagno, top da cucina, pareti, pavimenti, panche o semplici elementi di design. A questo punto il manufatto lapideo lavorato, grigio ma compatto nella sua materia, si appresta ad entrare nel reparto artistico. Il pezzo lapideo viene smaltato con smalto ceramico, lasciato asciugare almeno 12 ore, per poi passare alla fase di decorazione. Sul pezzo smaltato si riporta una traccia del decoro, o a mano libera o con uno spolvero, per poi passare alla decorazione vera e propria. Infine l’ultimo passaggio altrettanto lungo e delicato è quello della cottura, che viene effettuata intorno ai mille gradi e dura circa 24 ore, portando il manufatto a diventare un unico corpo, tra smalto, colore e pietra lavica dell’Etna, da cui tutto ha origine.
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